La DIPENDENZA AFFETTIVA(DA) è una modalità patologica di vivere la relazione, in cui la persona dipendente arriva a negare i propri bisogni ed a rinunciare al proprio spazio vitale pur di non perdere il partner, considerandolo unica e sola fonte di gratificazione nonché fondamentale fonte di “amore” e cura.
Si tratta di una forma di amore ossessivo, simbiotico e fusionale che viene vissuto alla stregua di una droga. Effettivamente l’innamoramento e la tossicodipendenza hanno molte analogie.
Partendo dalle analogie riscontrate con la dipendenza da sostanze, è stata proposta una definizione diagnostica della love addiction, basata sulla durata e sulla frequenza della sofferenza percepita, essa si presenta come:
Un modello disadattivo o problematico della relazione d’amore che porta a deterioramento o angoscia clinicamente significativa, come manifestato da tre (o più) dei seguenti criteri (che si verificano in ogni momento, nello stesso periodo di 12 mesi):
- Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, caratterizzata da significativa sofferenza e un bisogno compulsivo dell’altro;
- Considerevole quantità di tempo speso per questa relazione (in realtà o nel pensiero);
- Riduzione di importanti attività sociali, professionali o di svago;
- Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
- Esistenza di difficoltà di attaccamento, come manifestato da uno dei seguenti:
– ripetute relazioni amorose esaltate, senza alcun periodo di attaccamento durevole;
– ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro.
- Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione.
Con il passare del tempo tutto inesorabilmente inizierà a ruotare intorno al partner; solitamente sia gli interessi che gli hobby vengono progressivamente abbandonati e il fulcro dell’esistenza diventa il partner; anche il rendimento lavorativo diminuisce perché la persona ha la mente costantemente occupata dai suoi problemi sentimentali e trascorre molto tempo a rimuginare per cercare di risolverli.
Si può guarire da tutto questo? Si, assolutamente si.
Non solo “si può” ma “bisogna”.
Piano piano si creano le basi perché i pazienti possano da un lato formare relazioni affettive basate sulla reciprocità in cui sentirsi finalmente amati e accettati. In contemporanea si aiuta a capire come è indispensabile un senso di amabilità e valore personale, accompagnati da un senso di attività anche quando tali relazioni mancano.
Dott.ssa Alice Broggio
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